Viaggiare all’estero, quanto è utile per un futuro lavoro?

Ci sono due candidati che si presentano ad un colloquio di lavoro sperando di ottenere lo stesso impiego. I candidati non sono molto diversi tra loro: hanno frequentato lo stesso liceo, possiedono una laurea e sono cresciuti nella stessa città e nello stesso ambiente. Sono entrambi alla loro prima esperienza lavorativa. Chi dei due verrà assunto? Può sembrare difficile effettuare una scelta tra due varianti molto simili, ma per un datore di lavoro non lo è affatto. Egli assumerà il candidato che padroneggia al meglio la lingua inglese. Nel caso, invece, in cui anche la competenza in inglese dei due candidati sia identica, verrà preferito quello che dimostra di conoscere un’altra lingua al meglio.

Questa, infatti, è il reale panorama del mondo lavorativo del nostro secolo. Vengono richieste figure specializzate e titolate in modo coerente con la professione che andranno a svolgere, ma la conoscenza delle lingue straniere è un perfetto discriminante per determinare l’assunzione di un candidato. Non resta altro da fare, dunque, che imparare molto bene l’inglese e almeno un’altra lingua. Come si impara un’altra lingua? Viaggiando all’estero la si impara meglio che studiandola sui libri, questo è certo. Da qui, quindi, deriva l’idea corretta che viaggiare all’estero sia utile per il lavoro.

Viaggiare all’estero: opportunità di lavoro diverse e più numerose

Purtroppo, al giorno d’oggi, il mercato del lavoro italiano vive una profonda crisi. Per questo, non tutti coloro che si candidano per entrarvi riescono a farlo davvero. Tuttavia, come abbiamo detto poco fa, ci sono delle abilità preferenziali che facilitano l’ingresso di un giovane nel panorama lavorativo. Si tratta della conoscenza delle lingue straniere.

Un diretto effetto della globalizzazione è la possibilità, per le imprese italiane, di lavorare con realtà estere. Naturalmente, per farlo, occorre disporre di personale in grado di interfacciarsi alla perfezione con impiegati e clienti che non parlano italiano. Ecco, quindi, che parlare fluentemente almeno l’inglese è ormai indispensabile. Meglio, in realtà, conoscere anche una seconda lingua tra le più richieste dal mondo degli affari. Comunque, è bene specificare che vivere un’esperienza all’estero è utile non solo per imparare la lingua straniera di interesse. In realtà, infatti, viaggiare all’estero è utile poiché permette di conoscere meglio i valori e le abitudini di una popolazione diversa da quella in cui si è cresciuti. Sono conoscenze che possono tornare molto utili nel momento in cui si lavora che si rivolgono anche a questa popolazione.

Viaggiare arricchisce la persona e permette di acquisire flessibilità

Viaggiare all’estero, inoltre, presenta anche altri vantaggi oltre a migliorare la conoscenza di una lingua straniera. Infatti, vivere un’esperienza al di fuori dei confini del proprio paese d’origine permette di sviluppare capacità di adattamento, flessibilità, doti organizzative e spirito di collaborazione. Queste sono doti molto ricercate dai datori di lavoro.

In aggiunta, occorre ricordare che la conoscenza di una lingua straniera modifica in modo permanente i meccanismi di ragionamento del nostro cervello. Li rende più elastici e rapidi. Mentre, permette di parlare con persone provenienti da doversi contesti. Questa facilità di relazione consente poi di scambiare idee con chi possiede un’altra visione del mondo, rispetto a quella a cui siamo abituati. Ciò arricchisce.

Ma come facciamo a viaggiare all’estero se la crisi imperversa? La situazione economica è un deterrente per molti, ma non deve obbligatoriamente impedirci di volare via. Ci sono diversi modi per andarsene all’estero senza pagare altro che non sia il viaggio. Il modo più semplice è quello di trovare un lavoro per un paio di mesi e partire. Sul sito di Corsielavoro.it trovate tutte le informazioni per trovare lavoro all’estero.