Premessa.

Il percorso didattico realizzato è parte integrante di un progetto interculturale, Girotondo intorno al mondo, la cui tematica ha costituito lo sfondo integratore delle attività educativo-didattiche della scuola dell’infanzia per l’intero anno scolastico dando unitarietà e coerenza all’intero curricolo.

Il progetto interculturale ha previsto un percorso di scoperta e conoscenza “dell’altro” attraverso l’utilizzo della fiaba (“Paese che vai fiabe che trovi”) come strumento di incontro, privo di barriere etniche e d’età, con l’obiettivo di affermare, attraverso l’analisi di fiabe provenienti da Paesi diversi, i valori comuni della condivisione, dell’accettazione e della socialità e di far scoprire ai bambini l’universalità di questa forma d’arte.

Spinta dal desiderio di analizzare in maniera approfondita una delle fiabe che hanno accompagnato la mia infanzia e fortemente convinta che i bambini hanno per questa forma d’arte un interesse particolare più che per qualsiasi altro testo narrativo, ho proposto ai miei piccoli alunni un percorso didattico incentrato sull’analisi della fiaba dei Fratelli Grimm: Hansel e Gretel, con l’obiettivo di  offrire al bambino la possibilità di trovare nella fiaba soluzioni ai suoi problemi e alle sue paure e di acquistare, mediante processi di identificazione, fiducia in sé stesso;  promuovere l’acquisizione di competenze e abilità, lo sviluppo della socializzazione, dell’apprendimento collaborativo, della creatività, attraverso l’uso di linguaggi diversi per “raccontare” la fiaba;  “guidare” i bambini alla scoperta della struttura della fiaba interiorizzandone le caratteristiche universali e costanti.

Destinatari del percorso didattico e insegnanti coinvolti nella programmazione, realizzazione e documentazione del percorso.

Il progetto ha coinvolto la sezione F della Scuola dell’Infanzia dell’Istituto Comprensivo “L. Da Vinci” di Decimomannu (Cagliari) composta da 23 alunni all’ultimo anno di frequenza ed è stato realizzato dalle insegnanti di sezione: Peddis M. Cristina (docente iscritta al 1° anno del DOL, Classe F2) Corrias Simonetta (docente iscritta al 1° anno del DOL, Classe F2) Deriu Caterina (docente di sostegno).

L’articolazione del percorso didattico: contenuti, tempi, luoghi, fasi, modalità, strumenti e protagonisti. Il percorso didattico è stato realizzato nell’arco di tre mesi, dall’ultima settimana di marzo all’ultima di giugno, utilizzando tutti gli spazi della scuola: spazio sezione, salone, aula multimediale, giardino, che hanno assunto una diversa “fisionomia” in relazione alla tipologia del lavoro.

La fase dell’ascolto e della narrazione La prima fase del percorso ha previsto la lettura della fiaba in un contesto che ha in sé tracce dell’oralità primaria di cui si è parlato nel corso del primo modulo del DOL.1 Il gruppo di bambini seduti in cerchio ad ascoltare l’insegnante che racconta una fiaba è, a mio avviso, un’immagine non troppo diversa da quella del gruppo di persone riunite attorno al focolare a raccontare ed ascoltare storie meravigliose… esperienza di ascolto partecipato in uno spazio concreto e in un tempo presente.

In questa fase si sono sviluppati i primi processi di identificazione, rintracciabili nelle produzioni orali dei bambini, sempre diverse le une dalle altre perché affidate alla memoria di quanto ascoltato e perché ciascun bambino è condizionato dal suo mondo interiore e tende a far proprio, ripetendo o tacendo, ciò che ha colpito la sua sfera emotiva: paure, angosce, conflitti.

La fase dell’analisi All’esperienza di ascolto e prima produzione orale dei bambini è seguita la fase di analisi del testo attraverso l’utilizzo di linguaggi diversi. Partendo dalla considerazione che il bambino è un soggetto attivo di conoscenza, un costruttore di teorie e quadri interpretativi, si è cercato di favorire i processi di autorganizzazione cognitiva dei bambini curando lo sfondo dell’attività educativa, ascoltando e osservando “le tracce” dei bambini ed utilizzando le informazioni di ritorno per progettare nuove modalità di relazione/insegnamento.

L’analisi del testo si è basata inizialmente sull’individuazione delle caratteristiche dei personaggi e degli ambienti della fiaba che i bambini hanno rappresentato graficamente e definito con un aggettivo o una frase. Cito, per la profondità del messaggio, le parole di un bambino che, dopo aver disegnato tutti i personaggi ad eccezione della mamma, ha riferito che “la mamma non l’ho disegnata perché una mamma che abbandona i suoi figli è troppo cattiva…”.

1 Comunicazione e comunicazione e Nuove Tecnologie.

Nell’ottica della continuità e dell’arricchimento delle esperienze vissute in sezione e di ampliamento delle possibilità di esplorazione e costruzione del “sapere” è stato utilizzato, già nel primissimo periodo di attività, il laboratorio multimediale che ha offerto al bambino un “valore aggiunto” alla strutturazione della conoscenza.

Attraverso gli specifici software di grafica, Paint, Tux Paint, Drawing for children, e utilizzando sia il computer che la LIM, i bambini hanno rappresentato personaggi e ambienti della fiaba. L’attività è stata svolta nel piccolo gruppo, condizione indispensabile per permettere ad ogni bambino di avere a disposizione una postazione multimediale dove vivere e condividere l’esperienza in un clima collaborativo.

Il lavoro di analisi del testo è proseguito con la ricostruzione della fiaba in quattro grandi sequenze utilizzando tecniche e materiali diversi.

Le caratteristiche principali di questa fase possono essere così sintetizzate:

• La strutturazione del lavoro, con la suddivisione dei bambini in quattro gruppi, ha favorito lo spirito collaborativo e il potenziamento della capacità di lavorare insieme per un fine comune: la ricostruzione della fiaba finalizzata ad una rilettura della stessa anche attraverso la multimedialità.

• La tipologia di lavoro ha favorito lo sviluppo della creatività con l’utilizzo di materiali diversi e la sperimentazione di tecniche grafiche, pittoriche e manipolative. Il processo di interiorizzazione della fiaba ha utilizzato poi il linguaggio corporeo per ripercorrere il viaggio di Hansel e Gretel nel bosco. L’attività psicomotoria ha visto protagonisti due bambini per volta che, presi per mano, hanno simulato il percorso fatto dai protagonisti della fiaba allo scopo di

• Favorire l’espressione di emozioni e sentimenti legati all’abbandono;

• Rafforzare la coordinazione dinamica generale. Il “gioco di simulazione” è proseguito poi nell’aula multimediale: utilizzando Software specifici per lo sviluppo della coordinazione oculo manuale (Gcompris 5, Scuola Gnomi, Gioca spazio tempo) i bambini hanno “ripercorso” il viaggio di persone e/o oggetti da un luogo all’altro, rafforzato le capacità mnemoniche e l’acquisizione dei concetti spazio temporali. L’analisi del testo ha utilizzato poi il linguaggio teatrale, tanto amato dai bambini, per raccontare la fiaba. Con il teatro dei burattini e il teatro delle ombre si è creato un vero e proprio spettacolo. Allegato 2 4 Le caratteristiche principali di questa fase possono essere così sintetizzate:

• La tipologia di attività ha permesso anche ai pochi bambini che solitamente appaiono più restii a mettersi in gioco, soprattutto nel grande gruppo, di acquisire fiducia nelle proprie capacità di espressione e comunicazione come se il teatrino dei burattini o il telo bianco utilizzato per il teatro delle ombre fungessero in qualche modo da filtro protettore permettendo, allo stesso tempo, l’instaurarsi di un legame tra attore e spettatore che senza quel filtro risulta più difficile da stabilire.

• Fare teatro ha agevolato il naturale desiderio al “fare costruttivo” e ha potenziato le capacità mnemoniche dei bambini che, a scuola e a casa, hanno memorizzato le parti da recitare e poi registrare con l’ausilio di Movie Maker. Un successivo momento di analisi del testo ha utilizzato il linguaggio musicale allo scopo di individuare i suoni e le melodie che maggiormente potevano esprimere le situazioni ambientali ed emotive della fiaba.

Così quelle caratteristiche emerse nella prima fase dell’analisi attraverso l’utilizzo di aggettivi per definire ambienti e personaggi, hanno potuto essere espresse con un linguaggio diverso. Utilizzando le nacchere, le piastre musicali, i metallofoni, il triangolo, ma anche oggetti e materiali di recupero come un contenitore per le uova e un foglio di giornale, abbiamo trovato un suono per il bosco e i suoi abitanti (scoiattoli, uccellini), per l’anatra gentile che porta i bambini dall’altra parte del fiume, per il dispiacere del padre, per la cattiveria della madre e, dopo aver visto le esperienze del teatro ASLICO di Como, abbiamo anche individuato un canto per esprimere la felicità di Hansel e Gretel alla fine della fiaba.

Tutti i suoni sono stati poi registrati dai bambini con l’ausilio di Movie Maker. Il lavoro di analisi del testo ha previsto poi la creazione degli scenari necessari a drammatizzare la fiaba nel giardino della scuola. Qui lo spirito di collaborazione e la capacità di rispettare i ruoli individuati e scelti sono emersi maniera completa.

Con l’utilizzo di materiali e tecniche diverse i bambini hanno prima ricostruito i vari ambienti della fiaba e gli strumenti connotativi dei vari personaggi per poi dare vita ad una vera e propria rappresentazione teatrale.

L’analisi del testo allo scopo di individuare la struttura della fiaba e passare poi dalla fase di analisi a quella di produzione del testo ha Allegato 2 5 visto i bambini protagonisti nell’aula multimediale dove hanno utilizzato Software specifici per la conoscenza della struttura della fiaba (“Cappuccetto Rosso”, reperibile al link http://debernardibea.interfree.it/pagine/cappuccettorosso/copertina. htm; I giochi di Elspet e Jos “Costruisci una fiaba”, reperibile al link http://www.impariamoascrivere.it/giochi_flash.php?gioco=fiaba) e, in un clima fortemente caratterizzato dall’apprendimento collaborativo, hanno fatto la conoscenza con Vladimir Propp…

La fase della produzione

Anche in questa fase il ruolo da me svolto è stato quello di sostenere il processo conoscitivo del bambino, fornendogli un sostegno graduale senza mai sostituirmi a lui. I bambini sono stati protagonisti nell’attività di Creazione di un nuovo finale della fiaba. Alla domanda “cosa succederebbe se Hansel e Gretel non arrivassero alla casetta di marzapane?” è nata una vera e propria discussione sull’intreccio della fiaba che ha fatto emergere la capacità dei bambini di ascoltare il punto di vista degli altri, condizione necessaria per poter creare un prodotto unico ma frutto del contributo di tutti.

Creazione di una nuova fiaba utilizzando le Carte di Propp.

Dopo aver colorato le Carte di Propp, rappresentanti le funzioni della fiaba, i bambini, tutti insieme o divisi in gruppi, hanno giocato a creare fiabe sempre diverse: fiabe che rispecchiano il loro mondo interiore, le paure, le ansie, i desideri del momento.

Anche in questo caso l’apprendimento collaborativo è stato fondamentale e l’attività, coinvolgendo contemporaneamente l’area cognitiva, espressiva ed affettiva, ha contribuito a far raggiungere al bambino “avvertibili traguardi di sviluppo in ordine all’identità, all’autonomia e alle competenze”.

La creazione di nuove fiabe ha avuto come momento propedeutico la scoperta della struttura della fiaba attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie per arrivare poi a ristabilire la situazione iniziale dell’ascolto partecipato, dove i protagonisti sono stati i bambini seduti in cerchio a raccontare e ascoltare storie meravigliose inventate grazie alla natura polivalente della fiaba.

Aspetti caratteristici dell’articolazione del percorso didattico: vantaggi e difficoltà incontrate.

La scelta di articolare il percorso didattico sull’analisi di un’unica fiaba, ha avuto il vantaggio  di consentire al bambino, a tutti i bambini, di cogliere il significato più profondo della fiaba concedendo loro il tempo necessario per chiarire a sé stessi, attraverso un linguaggio non realistico, “i processi inconsci […] attraverso immagini che parlano direttamente al suo inconscio”

2;  di “rispettare” i tempi dei bambini attraverso una successione di attività diversificate e un’alternanza di momenti di attività/passività, suono/silenzio, velocità/lentezza;  di favorire lo sviluppo del pensiero reticolare utilizzando strumenti diversi, non ultime le nuove tecnologie. Il percorso didattico è stato concepito in modo tale da favorire l’apprendimento nel piccolo e nel grande gruppo in relazione alla tipologia delle attività e alle caratteristiche individuali dei bambini.

Talvolta è stato difficile riuscire a trovare la necessaria armonia tra la dimensione metodologica e la dimensione organizzativa soprattutto perché la strutturazione dell’orario della scuola dell’infanzia, con i pochi tempi di compresenza nell’arco della giornata, ha comportato un grosso sacrificio, in termini di tempo trascorso a scuola oltre il normale orario di servizio, per riuscire a raggiungere l’obiettivo di dare a tutti gli alunni pari opportunità.

A questo si aggiunge un altro elemento, di fondamentale rilevanza, rappresentato dal fatto che, nello stesso arco temporale, sono stati realizzati, con lo stesso gruppo sezione, due progetti legati al DOL che, in virtù di questo, hanno avuto un’impostazione metodologica per molti versi simile e il cui sviluppo ha richiesto l’utilizzo degli stessi spazi e degli stessi strumenti.

Un elemento che, considerato da un’altra prospettiva, è stato però anche un grande vantaggio: lavorare con una collega che, come me, segue lo stesso percorso di formazione, ha fatto si che si condividesse, in maniera naturale, la stessa impostazione metodologica, rafforzando un legame professionale caratterizzato dalla condivisione e dal continuo confronto.

Così anche le difficoltà organizzative sono sembrate più facilmente superabili… Un altro elemento che ha creato qualche difficoltà è rappresentato dal fatto che i due progetti realizzati hanno richiesto un utilizzo frequente e continuo di spazi e strumenti condivisi da altre cinque sezioni.

Un elemento che, anche se in minima parte, ha fatto nascere una riflessione su “gli ostacoli che impediscono 2 B. Bettelheim, Il mondo incantato. Usi, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, Milano, Feltrinelli, 1990, pag. 34 Allegato 2 7 l’impiego di mezzi tecnologici nelle pratiche formative” di cui si è parlato nel corso del secondo modulo.

3 In virtù del fatto che si fa parte di un sistema, il progetto, i due progetti, sono sempre stati condivisi con le colleghe anche e soprattutto per pianificare gli aspetti organizzativi legati all’utilizzo di spazi e strumenti.

Non sono mancate le colleghe che hanno condiviso, in maniera più o meno palese, l’entusiasmo da noi dimostrato, ma, accanto a queste, ci sono state anche le colleghe che, con i loro atteggiamento di diffidenza, hanno messo in luce il persistere di ostacoli a livello di atteggiamenti che impediscono ancora un utilizzo diffuso delle nuove tecnologie.

Abilità acquisite dagli alunni e dalle insegnanti. Il progetto ha permesso agli alunni di acquisire e potenziare abilità relative alle diverse aree di apprendimento. In particolare è stata acquisita la capacità di esprimere emozioni e sentimenti; ascoltare il punto di vista degli altri collaborando alla realizzazione di un fine comune; chiedere spiegazioni, riflettere, ipotizzare, discutere; utilizzare il linguaggio in modo differenziato e appropriato ai diversi contesti; memorizzare testi; utilizzare gli strumenti tecnologici per creare, rievocare, riprodurre esperienze e situazioni.

Il progetto ha altresì favorito nelle insegnanti il rafforzamento del ruolo di “regia educativa”, di promotore della creatività, fornendo ai bambini un sostegno graduale, un “prestito di conoscenza”. Un ruolo che ha portato a curare il contesto dell’esperienza in ogni sua parte e a dare ampio spazio alla valutazione in itinere al fine di verificare il raggiungimento degli obiettivi e di riprogettare, se necessario, le modalità di relazione/insegnamento; mettere in pratica le conoscenze acquisite nel corso di questa esperienza di eLearner allo scopo di utilizzare in maniera sempre più consapevole quegli strumenti, come Movie Maker e Power Point, necessari per creare e documentare i lavori realizzati e offrire ai bambini la possibilità di riflettere sul loro operato.

3 Formazione nell’era delle tecnologie: aspetti sociali e organizzativi.

Modalità di relazione. Tra alunno e docente. La realizzazione del progetto ha messo in evidenza, rafforzandola, l’importanza rivestita dal clima relazionale che funge da sfondo delle attività. Uno sfondo in cui il docente deve “guidare” il bambino ad esprimersi e ad esplorare assicurandogli la sua discreta presenza.

Così il bambino, sentendosi rassicurato, può veramente diventare protagonista nel processo di costruzione della sua conoscenza utilizzando tutti i mediatori didattici messi a diposizione dal docente attraverso la metodologia del gioco e della ricerca-azione.

Tra alunno e alunno. La situazione di apprendimento vissuta attraverso la realizzazione del progetto si è caratterizzata per il suo carattere collaborativo. I bambini hanno sviluppato ed ampliato la capacità di collaborare in vista del raggiungimento di un fine comune, prendendosi il loro spazio e rispettando, allo stesso tempo, lo spazio degli altri.

L’analisi della fiaba in sequenze, con la suddivisione dei bambini in quattro gruppi; l’esperienze di teatralizzazione del testo con la memorizzazione della sceneggiatura e la successiva riproduzione; l’utilizzo della LIM per scoprire la struttura della fiaba; la creazione di nuove fiabe; i momenti dedicati alla registrazione dei files audio, hanno contribuito a rafforzare tale capacità e a sviluppare la socializzazione. Tra docente e docente.

Il progetto, con la necessità di lavorare sia nel piccolo che nel grande gruppo, ha sottolineato la valenza positiva della didattica laboratoriale e l’importanza della riflessione condivisa. Con la collega di sezione abbiamo condiviso l’intero percorso, dalla programmazione alla valutazione e alla documentazione, superando insieme gli ostacoli di natura organizzativa e fortemente convinte della necessità di una progettualità unitaria e attenta alle esigenze dell’innovazione didattica.

Valutazione delle tecnologie e del materiale usato per realizzare il progetto. L’utilizzo delle tecnologie ha reso l’esperienza ricca e completa consentendo ai piccoli “nativi digitali” di sperimentare gli “ambiti del fare e dell’agire” con una totale partecipazione acquisendo le prime capacità di utilizzo intelligente e consapevole delle stesse, base per una partecipazione attiva alla vita della knowledge Society.

Formazione nell’era delle tecnologie: aspetti sociali e organizzativi. Intervista Professor Cantoni

http://www.viddler.com/explore/lyonora/videos/4 Allegato 2 9 Questo è stato possibile grazie alla dotazione di strumenti tecnologici di cui gode la nostra scuola che ha consentito la creazione di un laboratorio con un numero sufficiente di postazioni multimediali per le attività nel piccolo gruppo e una LIM per le attività nel piccolo e nel grande gruppo.

L’utilizzo di software specifici per la grafica ha permesso ai bambini di fare e disfare lo stesso disegno un’infinità di volte, per poi stamparlo, archiviarlo e utilizzarlo nella creazione di un prodotto finale. Tux Paint è stata per i bambini una vera e propria scoperta che, grazie all’interfaccia semplice e intuitiva, ha permesso loro di gestire in maniera completamente autonoma il lavoro.

L’utilizzo di software specifici per la coordinazione oculo manuale e per la conoscenza della struttura della fiaba ha permesso di potenziare le abilità anche in situazioni di tutoring con l’utilizzo simultaneo dei PC e della LIM.

Utilizzare la LIM mi ha permesso di “rileggere” questo strumento sulla scorta delle leggi proposte da John Maeda constatando la validità delle affermazioni fatte nel corso del primo modulo quando scelsi, appunto, di analizzare la LIM.

L’esperienza appena compiuta mi permette di considerare la LIM uno strumento utilissimo nei processi di insegnamento-apprendimento che

• riduce la “passività” dei soggetti agevolando l’interattività;

• fa nascere nei bambini l’ emozione di poter “toccare il mondo con la punta delle dita”;

• genera fiducia.

La semplicità nell’utilizzo della LIM fa si che gli insegnanti adottino una didattica innovativa e i bambini si pongano sempre di più in gioco nel processo di acquisizione delle conoscenze. Valutazione dell’esperienza. Dal punto di vista dell’arricchimento professionale l’esperienza appena compiuta, con l’utilizzazione pratica delle conoscenze acquisite nel corso di questi mesi, mi ha consentito di trovare delle risposte ai miei interrogativi e di stabilire alcune linee guida nella metodologia didattica.

L’utilizzo della multimedialità; la pedagogia dell’ascolto; il costante confronto con la collega di sezione; l’entusiasmo con cui i bambini hanno vissuto l’esperienza e, allo stesso tempo, i risultati da loro raggiunti: sono questi gli elementi che hanno contribuito ad accrescere la mia professionalità.

La valutazione dell’esperienza da parte degli alunni, si deduce dal grado di attenzione, interesse e coinvolgimento manifestato lungo l’intero periodo di svolgimento del percorso didattico e da quanto riferito dalle famiglie che, a casa, hanno visto i loro bambini desiderosi di imparare le parti assegnate per la drammatizzazione della fiaba o di continuare a disegnare utilizzando Tux Paint.

Questo è un dato rilevante che evidenzia il valore della continuità. 5 Comunicazione e comunicazione e Nuove Tecnologie. Attività 3ª settimana. Allegato 2 10 Prosecuzione dell’esperienza. L’esperienza appena conclusa è suscettibile di futuri sviluppi ed articolazioni se si riusciranno a creare le giuste condizioni di fattibilità.

Il gruppo sezione con cui il progetto è stato realizzato il prossimo anno frequenterà la scuola primaria mentre io inizierò un nuovo ciclo con una sezione di bambini di tre anni. L’idea per proseguire l’esperienza è quella di riprendere il lavoro con lo stesso gruppo di alunni creando, attraverso l’utilizzo della fiaba, una forma di raccordo tra i due ordini di scuola.

Un progetto che prevede la partecipazione dei bambini di tre e sei anni che potranno lavorare sia divisi in gruppi, di livello e compito, che insieme per la realizzazione di alcune parti del progetto.

Conclusioni.

Al termine di questa esperienza, sento il bisogno di ringraziare le persone che l’hanno resa possibile:  il DOL, per gli stimoli e gli strumenti offerti;  la mia collega di sezione che ha messo a disposizione la sua grande professionalità e le sue specifiche competenze in campo musicale;  il Dirigente scolastico per avermi fatto conoscere il DOL, per credere nell’importanza dell’utilizzo delle nuove tecnologie, sostenendone la diffusione, per i costanti riconoscimenti al lavoro svolto;  i miei piccoli grandi alunni, nativi digitali per eccellenza, che con il loro entusiasmo, la loro semplicità, i loro sorrisi, hanno fatto crescere in me il desiderio di esplorare perché, riprendendo le parole di T.S.Eliot, l’insegnamento è questo. “un viaggio dove non cesseremo mai di esplorare e la fine delle nostre esplorazioni sarà arrivare al punto di partenza e per la prima volta conoscere quel luogo”. Cagliari, 28.06.2009 La docente M. Cristina Peddis Classe F2